Novembre 2015
pp. 198
COLLANA: Studi e dialoghi giuridici — 14
ISBN: 978–88-97931–72‑0
Nonostante il tempo trascorso dal primo intervento legislativo (la legge n. 154 del 1992, cd. legge sulla trasparenza), il dibattito sulla tenuta delle regole di comportamento imposte al prestatore dei servizi bancari e finanziari e sulla loro idoneità ad assicurare un’effettiva protezione al fruitore degli stessi mantiene la sua attualità. Costituiscono valida testimonianza di ciò, oltre i recentissimi accadimenti che hanno interessato talune banche del nostro Paese, le frequenti revisioni di tale disciplina a livello sia di norma primaria, che secondaria (le Istruzioni della Banca d’Italia).
Tali interventi, nella prospettiva dell’Autore, non hanno risolto i problemi applicativi posti dalla disciplina in esame. La tendenza del legislatore, per vero comune anche ad altri settori, a fissare regole non più generali, ma particolari, ossia legate alla fattispecie concreta che si intende disciplinare, dà luogo spesso a vuoti normativi (si pensi così alla mancata esplicitazione dei rimedi sanzionatori per talune ipotesi di violazione delle regole di condotta da parte dell’intermediario, o al non sicuro modus operandi delle nullità previste dal TUB), non colmati dall’ampio ricorso alla delegificazione, presente anche nel settore bancario e finanziario.
Tale tecnica legislativa pone inoltre problemi di compatibilità con le regole di comportamento imposte agli intermediari nei settori contigui della prestazione dei servizi di pagamento e delle operazioni di credito al consumo, nonché di coerenza con le regole previste per il mercato mobiliare. Le relative discipline, per profili non secondari (si pensi alla diversa regolamentazione dello jus variandi), divergono, infatti, sensibilmente tra loro.
L’Autore si propone quindi di risolvere tali problemi applicativi, ricorrendo a un duplice strumento di analisi. Il primo, volto ad analizzare la disciplina dei servizi bancari e finanziari, delimitando il suo campo di applicazione rispetto alle norme previste per i servizi di pagamento, le operazioni di credito al consumo e i servizi di investimento, onde evitare possibili sovrapposizioni tra le stesse. Il secondo strumento, volto a verificare se i vuoti normativi possano essere colmati attraverso il ricorso a principi generali, da rintracciarsi non solo nelle disposizioni del codice civile in tema di contratti, ma anche nelle norme che, sebbene specifiche a un determinato settore dell’intermediazione (creditizia o mobiliare), possono assumere, per il comune fine che le ispira di tutelare il cliente dell’intermediario, valenza di regola generale, in quanto tale suscettibile di applicazione anche al di fuori del proprio ambito di competenza.
Angelo Spena è ricercatore, settore disciplinare JUS 05, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli. La sua ricerca è stata indirizzata prevalentemente allo studio dei contratti bancari e del mercato finanziario; ricerca che gli ha consentito di pubblicare una serie di contributi e saggi sulla nozione di raccolta del risparmio tra il pubblico, sulla disciplina della legge di trasparenza del 1992 e sulle sue successive evoluzioni fino al Testo unico bancario del 1993, agli aggiornamenti delle predette norme e alla attuazione della direttiva sui servizi di pagamento. Di recente ha pubblicato due saggi, il primo sull’usura in tema di maturity factoring, il secondo sulle nullità previste dal TUB e il loro inquadramento nell’ambito della categoria delle nullità relative.