Novembre 2010
pp. 303
COLLANA: I Saggi – 8
ISBN: 978-88-95151-26-7
Come arabo-musulmano che vive a Londra da trenta anni, lavorando come giornalista specializzato nelle questioni politiche del Medio Oriente, credo di avere una prospettiva unica rispetto alla storia di al Qaeda ed al suo impatto sulla civiltà Occidentale. Comprendo entrambi i modi di vivere, musulmano e occidentale, e sono certo che sia la cooperazione, e non lo scontro, l’unica strada percorribile.
Se l’Occidente vuole davvero rimuovere la minaccia terroristica di al Qaeda, deve prima capire la natura e le radici politiche di quella che è ormai diventata una rete ideologica con succursali in tutto il mondo. Inoltre, deve prendere in considerazione le accuse legittime che gli sono mosse e stabilire dei canali per un dialogo significativo.
Questo libro tenta di dare un contributo a tale processo, guardando alla genesi, ai consociati, alle ambizioni, all’influenza e alla strategia di al Qaeda in modo obiettivo e analitico.
Nessuna storia di al Qaeda può iniziare se non da uno sguardo attento al suo fondatore e guida. I primi due capitoli di questo libro danno un ritratto dell’uomo e descrivono come si sia evoluto fino a diventare il primo esponente della jihad oggi; i lettori che già hanno una certa familiarità con la biografia di Bin Laden, troveranno qui molto di nuovo.
Abdel Bari Atwan è nato nel 1950 in un campo profughi palestinese nella Striscia di Gaza. Ha studiato gior nalismo all’Università del Cairo. Più tardi, si è trasferito a Londra dove, nel 1989, è diventato il direttore del quotidiano in lingua araba “al-Quds al- Arabi”. La testata è stata, più volte, la prima nel mondo a ricevere comunicati da al Qaeda. È spesso ospite dei canali televisivi britannici e americani in veste di commentatore. Il fascino che la vera storia di Osama Bin Laden e di al Qaeda esercitano su Atwan, ha origine nel 1996, quando ha intervistato Bin Laden a Tora Bora, in Afghanistan.