Ottobre 2010
pp. 266
COLLANA: I Saggi – 7
Prefazione di Roberto Pennisi
Lo scenario del crimine si è fatto molto più competitivo e molte forme di business criminale si sono affermate grazie alla globalizzazione, prima fisica poi virtuale. Il mondo delle imprese si è ritrovato ad affrontare, nel volgere di pochi anni, nuove forme di minaccia e nuovi rischi, tutti conseguenza della globalizzazione. L’effetto della “pressione” è stato il sorprendente numero di tracolli finanziari e dei casi di malgoverno aziendale (da ENRON a Parmalat per citare i principali) che ha spinto i legislatori a svolgere una funzione di supplenza nel governo dell’economia con tutta una serie di strumenti legati alla cosiddetta Corporate Governance (D. Lgv 231/01, Serbanes/Oxley Act, l.262/95) che, insieme ad altri vincoli normativi (quali ad es. il TU Privacy ecc. o le legislazioni legate al concetto di sviluppo sostenibile), sorti come strumenti di prevenzione, paradossalmente, sono stati portatori a loro volta di ulteriori rischi di natura legale. L’effetto finale, in uno scenario economico globale, ma con framework normativi non altrettanto globali, è stato quello di penalizzare le aziende dei paesi moderni.
Angelo Jannone è oggi libero professionista, consulente in importanti casi giudiziari e docente ai master di criminologia alla Sapienza. Diplomatosi al prestigioso collegio Militare “Nunziatella” di Napoli, ha successivamente frequentato l’Accademia militare di Modena e la Scuola Ufficiali Carabinieri. È laureato in Scienze Politiche, Giurisprudenza e Scienza della Sicurezza Internazionale. Per 20 anni ha ricoperto numerosi incarichi operativi nell’Arma dei Carabinieri sino al grado di Tenente Colonnello, dirigendo importanti indagini contro Cosa Nostra, Ndrangheta, narcotraffico internazionale, Usura, riciclaggio e corruzioni. Dal 2003 è dirigente di Telecom Italia ed è consulente in Italia e a l’estero in Security ed in Audit.