Novembre 2017
pp. 112
COLLANA: Arti e tradizioni – 2
A cura di Ludovico Pratesi
Ci sono tanti libri che, nell’arco di una vita, contribuiscono a costruire la nostra storia personale. E le ragioni per le quali certe opere restano impresse nella nostra memoria sono tante e diverse. Marguerite de Merode ha chiesto ad artisti, scrittori, scienziati, intellettuali, protagonisti della cultura contemporanea italiana, (da Dacia Maraini a Stefano Velotti; da Carla Fracci a Giorgio Parisi; da Ginevra Bompiani a Marco Tirelli) di scegliere una delle opere letterarie che li ha particolarmente “segnati”: una scelta molto personale, spesso intima, che l’artista ha poi sviluppato in opere fotografiche corredate dai brevi testi in cui questi 25 lettori raccontano del loro legame con il libro predi-letto, e nelle quali, come Ludovico Pratesi che cura la mostra sottolinea, sono una parola, un segno, una scritta, una piega a costituire il punctum barthiano dell’immagine fotografica. “L’artista intende proporre una riflessione sul rapporto privato tra il lettore e il suo livre de chevet, che ha scelto come testo essenziale per la propria personalità – aggiunge Ludovico Pratesi – ogni protagonista ha raccontato il proprio libro come un mondo privato”.
Marguerite de Merode, nata ad Atene, vive e lavora a Roma. Diplomata presso L’istituto Centrale del Restauro, Roma. Tra le sue ultime mostre: “Traces” e “Ali”, M. K. Čiurlionis National Museum of Art, House-Museum of A. ŽmuidzinaviČius, Kaunas (Lituania), 2015; “Voyage autour de leur chambre”, Vilnius Graphic Art Center, Vilnius (Lituania), 2014; “Voyage autour de leur chambre”, Ambasciata del Belgio, Roma , 2013; “Il segreto della vita”, Arte 3, Viterbo, 2011; “A’ Travers”, Circolo degli esteri e Ambasciata del Belgio, Roma, 2010.
Ludovico Pratesi, curatore e critico d’arte, ha diretto il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro dal 2000 al 2017. È Direttore della Fondazione Guastalla per l’arte contemporanea e Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Ha scritto L’arte di collezionare arte contemporanea (2010), New italian art (2012), Arte come identità (2015) e Perché l’Italia non ama più l’arte contemporanea (2017), tutti pubblicati da Castelvecchi. Dal 1993 al 2000 ha collaborato con le Monde. Dal 1985 collabora con il quotidiano La Repubblica.