Pandemia e Università: una sfida per il futuro
Il volume collettaneo affronta il destino della scuola costretta a fare i conti con il Covid-19

Nel­la pre­mes­sa alla rac­col­ta di inter­ven­ti, inti­to­la­ta “Dal lock­down le sfide all’Università”, pub­bli­ca­ta da Eurilink Uni­ver­si­ty Press a luglio 2020, Vin­cen­zo Scot­ti affronta il com­p­lesso tema delle crit­ic­ità, per l’Università, che si sono forte­mente acuite a causa dal­la pan­demia da Covid-19. Crit­ic­ità che, comunque, afflig­gono le isti­tuzioni uni­ver­si­tarie da ormai trent’anni e alle quali non è sta­to anco­ra pos­to rime­dio, nonos­tante gli impeg­ni assun­ti, in tre decen­ni, dai par­ti­ti, dai gov­erni e dai min­istri pro- tem­pore. In ques­ta preziosa sil­loge, docen­ti uni­ver­si­tari ed esper­ti di alto pro­fi­lo han­no reca­to rif­les­sioni, non lim­i­tan­do l’analisi alle pro­prie apparte­nen­ze dis­ci­pli­nari, ma anal­iz­zan­do i nodi che carat­ter­iz­zano l’intero uni­ver­so uni­ver­si­tario ital­iano. Tali rif­les­sioni han­no riguarda­to tut­ti gli aspet­ti del sis­tema: l’unità del prog­et­to for­ma­ti­vo e le speci­fiche mis­sioni del­la scuo­la e dell’Università, la ricer­ca, l’innovazione, la sper­i­men­tazione, la doman­da di speci­fiche pro­fes­sioni e di classe diri­gente, fino all’esigenza di per­cor­si for­ma­tivi uni­for­mati, per coeren­za di impostazione, con quel­li degli altri pae­si europei. Le rif­les­sioni ten­gono con­to dell’intera “fil­iera” dell’educazione e del­la for­mazione, non sep­a­ran­do l’unità del per­cor­so, indi­cano alcune urgen­ze per uscire dal­la con­fu­sione che l’Università si trasci­na ormai da anni e, non da ulti­mo, pon­gono la “ques­tione cen­trale” del val­ore dei titoli acca­d­e­mi­ci. L’Università rap­p­re­sen­ta, sen­za dub­bio, il pun­to di arri­vo di un proces­so di edu­cazione-for­mazione “isti­tuzionale” e deve essere il luo­go for­ma­ti­vo per eccel­len­za, nel­lo spir­i­to del dial­o­go-con­fron­to tra cul­tura uman­is­ti­ca, cul­tura sci­en­tifi­ca, ruo­lo delle pub­bliche isti­tuzioni, mon­do del lavoro, pro­fes­sioni, imp­rese, sis­tema eco­nom­i­co- pro­dut­ti­vo e ordine sociale. Appare evi­dente come, specie dopo il cat­a­clis­ma pan­demi­co, l’epoca in cui vivi­amo e nel­la quale dovre­mo vivere richie­da inter­ven­ti e riforme, che non nascano dai soli­ti com­pro­mes­si tra inter­es­si diver­si, ma, soprat­tut­to, porti­no al con­segui­men­to, per l’Università, del­la piena autono­mia, medi­ante il reper­i­men­to di risorse adeguate per l’innovazione e la sper­i­men­tazione, con l’obiettivo del­la for­mazione di pro­fes­sion­al­ità in gra­do di affrontare le nuove sfide dei cam­bi­a­men­ti politi­co-isti­tuzion­ali, tec­no­logi­ci-dig­i­tali, cul­tur­ali ed eco­nomi­ci-sociali. Oggi è più che man­i­fes­ta la neces­sità dell’acquisizione, per gli stu­den­ti, di conoscen­ze e di com­pe­ten­ze in ambiti par­ti­co­lari, ma, allo stes­so tem­po, sen­za rin­un­ziare ad una “for­mazione alla vita”, aper­ta a inter­re­late dinamiche storiche e sociali, per­al­tro in rapi­to cam­bi­a­men­to, a pre­sidio del­la stes­sa sal­va­guardia delle isti­tuzioni demo­c­ra­tiche, sem­pre più minac­ciate. Bisogna affer­mare, alto e forte, come la cosid­det­ta sfi­da del dig­i­tale e delle tec­nolo­gie pos­sa miglio­rare l’attività uni­ver­si­taria, ma non sos­ti­tuire il rap­por­to “in pre­sen­za” tra docen­ti e stu­den­ti. Il “Cam­pus 4.0”, con le Uni­ver­sità che, a causa del Covid-19, sono state “get­tate”, da un giorno all’altro, nel mare del­la rete, costrette, per non chi­ud­ere, a usare tutte le tec­nolo­gie pos­si­bili per svol­gere lezioni, esa­mi, sedute di lau­rea e ogni altra attiv­ità, può diventare un’esperienza utilis­si­ma, ancorché improvvisa­ta, per dis­eg­nare il futuro dei sis­te­mi for­ma­tivi, ma non deve essere uti­liz­za­ta come la panacea di tut­ti i mali uni­ver­si­tari. Si impone, quin­di, un ripen­sa­men­to col­let­ti­vo, non lim­i­ta­to agli ambiti acca­d­e­mi­ci, sulle nuove modal­ità di trasmis­sione del sapere, alla luce degli even­ti inter­venu­ti e delle nuove tec­nolo­gie disponi­bili. Questo testo ha il mer­i­to, non trascur­abile, di aver introdot­to quel ripen­sa­men­to, sti­molan­do il con­fron­to pub­bli­co, qua­si come una sor­ta di pro­gram­ma-mem­o­ran­dum sulle ques­tioni fon­da­men­tali e sulle pri­or­ità da affrontare, non domani o dopodomani, ma da subito! Si pres­ta, inoltre, come un inter­es­sante eser­cizio di autono­mia, da parte dei con­trib­u­tori, utile a chi voglia per­cor­rere strade nuove e prog­et­tuali, di cui l’Università ha forte­mente bisog­no. Una Uni­ver­sità com­ple­ta­mente imm­er­sa nei pro­ces­si stori­ci, sogget­to nel­la soci­età e non mon­ade iso­la­ta e sep­a­ra­ta dal resto, che uti­lizzi, con cre­ativ­ità, tut­ti gli stru­men­ti del­la moder­nità e si pon­ga come motore di una nuo­va allean­za per affrontare le com­p­lessità del pre­sente e del futuro. Una uni­ver­sità che sap­pia ricon­giun­gere quan­to è sta­to, nel cor­so degli anni, dis­per­so, soprat­tut­to, nel rap­por­to tra sapere e potere, tra sapere e lavoro, tra sapere e impre­sa, quest’ultimo inte­so come fon­da­men­to per lo svilup­po eco­nom­i­co, in un’ottica di sosteni­bil­ità ambi­en­tale e di risparmio energetico.

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