Maggio 2016
pp. 140
COLLANA: Alumnia — 7
ISBN 978–88-97931–782
Dopo gli attacchi alle Torri Gemelle di New York negli Stati Uniti, l’11 settembre 2001, una delle problematiche d’interesse principale per la sicurezza nazionale e globale è stata la lotta al terrorismo. Il bioterrorismo, insieme al terrorismo chimico, radiologico e nucleare (CBRN) rientra in quelle che sono definite minacce asimmetriche. In questa relazione l’autore ha voluto analizzare quella che oggi è sempre più considerata una minaccia alla sicurezza nazionale: la minaccia agroterroristica. Essa è parte del bioterrorismo e cioè di quel terrorismo che fa uso in modo sistematico di agenti biologici patogeni contro allevamenti, colture e prodotti alimentari, con lo scopo di condizionare società o governi nelle loro scelte politiche, provocare paura, terrore, turbolenze economiche e politiche, paralizzando la società al fine di raggiungere obiettivi politici, ideologici sociali o religiosi.
Il progresso nel settore delle biotecnologie può avere effetti benefici per la salute globale ma la ricerca dual-use è fondamentale nel dibattito sulla biosicurezza o sul bioterrorismo in quanto si potrebbe abusare per minacciare la salute pubblica o la sicurezza nazionale. Il dual-use pone quindi un dilemma per gli scienziati che vogliono condurre ricerche a beneficio dell’umanità ma allo stesso tempo evitare progetti che possono presentare rischi per la sicurezza. Si può affermare che tale problema, trattato finora come un problema solo tecnico, ha in realtà una natura di tipo etico.
Per prevenire possibili attacchi agroterroristici, gli Stati oggi stanno collaborando per istituire sistemi di sorveglianza, allarme rapido e risposta precoce poiché, con l’avvento della globalizzazione, salvaguardare la salute dei cittadini è divenuto un problema importante per la politica estera. Istituzioni internazionali come la FAO, l’OIE e il WHO riconoscono che affrontare i rischi per la salute umana e animale richiede forti collaborazioni a livello nazionale e internazionale, sottolineando la necessità di rafforzare istituzioni sanitarie e gestire le nuove malattie esistenti che avranno in futuro un’importanza per la salute pubblica, la sicurezza del settore agroalimentare, sociale ed economico, per raggiungere l’obiettivo della cosiddetta Salute Unica (One Health).
Antonio Spartano è nato a Roma nel 1991. Ha frequentato la Link Campus University di Roma, laureandosi, nel 2013, in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi “Gli Equilibri Geopolitici in Medio Oriente” (Relatore Prof. Carlo Jean). Sempre presso la Link Campus University di Roma nel 2015 ha conseguito la laurea magistrale in Studi Strategici e Scienze Diplomatiche con la tesi “L’Agroterrorismo: quali rischi per la sicurezza nazionale” (Relatore Prof. Massimo Amorosi), qui pubblicata.