Dicembre 2016
pp. 214
COLLANA: Tempi Moderni — 15
ISBN: 978–88-97931–82‑9
Prefazione di Mario Pendinelli
Introduzione di Aldo Carera
Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Settanta, quando in tutto il mondo spirava vento di cambiamento, anche l’Italia visse una stagione di grande crescita economica, di profonde trasformazioni sociali e dei costumi, di importanti fervori culturali, di incisivi fermenti religiosi. L’Italia stava entrando nella modernità, nella laicità, nel sogno italiano. Di questa crescita convulsa ma anche ricca di contraddizioni, dove convivevano millenarie tradizioni e antichi costumi accanto alle spinte verso la modernità, ebbe parte significativa il Mezzogiorno d’Italia che visse la sua stagione migliore dall’unità politica del Paese.
L’Italia intera e il suo Mezzogiorno progredivano virtuosamente. Si parlò di “miracolo italiano”. Ma fu veramente un miracolo? Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi — giovani ma fattivi testimoni di quegli anni, — in una serrata e appassionata conversazione — cercano di rispondere a questa domanda dando voce a due personalità dell’epoca: Giulio Pastore e Gabriele Pescatore, protagonisti di una stagione democratica partecipata, intensamente vissuta, decisamente innovativa, timonieri di avanzate politiche e azioni per il Mezzogiorno.
Per la prima volta vengono rivelati fatti ed episodi di rilievo che illuminano il passato e riverberano la loro luce sui nostri giorni. Non solo un debito pagato dai due collaboratori di Pastore e di Pescatore: anche riflessioni e indicazioni da non trascurare per imprimere una svolta al presente. Perché quel miracolo, in realtà, fu il frutto di un grande lavoro progettuale di filosofi ed economisti — quasi tutti esponenti del nuovo meridionalismo — di valenti tecnici ed abili esperti, di politici appassionati che — tutti insieme — furono in grado di proporre agli italiani un sogno per cui valeva la pena spendersi. Un sogno che portò, l’Italia, a divenire la quinta potenza economica mondiale; i giovani, a sperimentare una società alle soglie della piena occupazione; il Mezzogiorno, a vivere una stagione che, finalmente, stava segnando una svolta nella sua crescita che, superando anche quella del Nord, contribuì allo sviluppo generale del Paese.
Ma poi? Un imprevedibile smarrimento e un lento declino fino ai nostri giorni: la questione meridionale non era più al centro della agenda politica del Paese.
Vincenzo Scotti, fondatore e docente della Link Campus University, di cui è l’attuale Presidente, è stato Segretario Generale del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno (1958–1968). Deputato per la Democrazia Cristiana nel Parlamento italiano e Presidente del Gruppo parlamentare. Ministro dell’Interno, più volte Ministro della Repubblica in diversi Governi, Sindaco di Napoli, Vice Segretario della Democrazia Cristiana, Sottosegretario ai Ministeri degli Affari Esteri e del Bilancio e della Programmazione Economica. Consigliere della Svimez e Docente di Economia dello Sviluppo presso la LUISS. Autore di numerose pubblicazioni, tra le quali: Nuove frontiere per la politica (Franco Angeli, 1989), Un irregolare nel Palazzo (Memori, 2004), L’Italia corta (Datanews, 2010), Pax mafiosa o guerra (Eurilink, 2012).
Sergio Zoppi è stato allievo di Giovanni Spadolini, caporedattore della rivista Il Nuovo Osservatore, diretta da Giulio Pastore, Presidente e Direttore Generale del FORMEZ. Si è sempre occupato di formazione direttiva e di organizzazioni complesse, con particolare riguardo al Mezzogiorno, dedicando anche un’assidua attenzione alla storia contemporanea. I suoi ultimi libri: De Gasperi e la nuova Italia (Rubbettino, 2004), Massimo Annesi (Rubbettino, 2005), Una nuova classe dirigente (Rubbettino, 2009), Umberto Zanotti-Bianco (Rubbettino, 2009), Diciotto voci per l’Italia unita (Il Mulino, 2011), Una battaglia per la libertà. “Il Saggiatore” di Gherardo Marone (Rubbettino, 2013).